LIsola che decolla Il distretto del Sud-Est e laeroporto di Catania
6 Giugno 2014
Si è svolto nel tardo pomeriggio il dibattito “Il distretto del Sud-Est e l’aeroporto di Catania. Dialogo su beni culturali, infrastrutture e sviluppo”, organizzato dalla Sac, la società di gestione dello scalo etneo. Protagonisti i progetti e le idee per lo sviluppo dell’area sud-orientale della Sicilia.
Per Gaetano Mancini, amministratore delegato Sac, «l’intuizione del sindaco Enzo Bianco di programmare in maniera integrata le attività economiche di Catania, Siracusa e Ragusa è un’idea assolutamente corretta. Di più, è un modo concreto di pensare il futuro della nostra Isola, il futuro di un’area che di fatto rappresenta quasi 80% dell’intera economia regionale. Credo che il sistema aeroportuale integrato Catania-Comiso possa fare molto all’interno del sistema Sud-Est. Da gennaio a maggio Fontanarossa ha avuto una crescita del 15%. Nel contempo lo scalo di Comiso, nel suo primo anno di attività, ha registrato un successo al di là delle più rosee previsioni. Ma attenzione, un sistema aeroportuale efficiente da solo di certo non basta per lo sviluppo di un territorio. Serve un progetto di logica aggregativa, con idee dinamiche e vere ricette per il turismo, senza le quali ogni sforzo è inutile. E serve trovare la capacità di superare qualsiasi eventuale divisione».
Il sindaco di Catania, Enzo Bianco, ha dal canto suo evidenziato come in questi giorni si stiano delineando a Roma «le linee guide del programma operativo nazionale trasporti. E uno degli argomenti in discussione è proprio inerente i lavori a Fontanarossa. Con il Distretto del Sud-Est sta nascendo un fenomeno straordinario di aggregazione, con una spinta dal basso. Perché oggi non vince la singola azienda, ma il territorio realmente più competitivo. Serve quindi una rete che non sia però gravata di costi assurdi».
«Nel mondo della globalizzazione», ha proseguito Bianco, «si vince se si fa squadra. Anni fa pensavo a un’idea di Sicilia non lontana dal modello Trentino Alto Adige, con due macroprovince, una occidentale e una orientale. Nella medesima ottica, oggi puntiamo con convinzione e decisione sul Distretto Sud-Est. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Del Rio, lo si sa, gestirà i fondi comunitari per lo sviluppo. Bene, ormai è ufficiale: il nostro progetto “Cultura in movimento” è stato approvato, primo buon successo per il Distretto. Una realtà che vince se riesce a consolidare e fare crescere le proprie infrastrutture. Lo scalo di Catania, va da sé, ha un ruolo fondamentale. Mentre un effetto deleterio potrebbero avere strane riforme contro cui ritengo doveroso battersi. Lo dico chiaramente: no a un’unica autorità portuale per tutta la Sicilia! Diverrebbe l’ennesimo carrozzone regionale, anche questo figlio di quell’autonomia speciale che, per come è stata usata nei decenni, è stato il vero freno per le possibilità di progresso dell’Isola».
Il presidente dell’Unesco Italia e rettore dell’Università “Kore” di Enna, Giovanni Puglisi, si è invece concentrato sulla metafora dell’Isola che decolla. «Un aereo», ha spiegato Puglisi, «è fatto di una struttura, del carburante, di piloti. La struttura, la carlinga è la Sicilia, la regione che ha il maggior numero di siti Unesco del Paese. Il carburante è il sistema, la rete Sud-Est della Sicilia, motore economico-industriale. Una rete che determina sinergie, valorizzando l’esistente, creando occupazione e dando speranza per un viaggio di lungo periodo. Quanto a chi pilota, questo soggetto ovviamente è la classe politica, che dovrebbe essere in grado di dare la possibilità di crescere e di svilupparsi alla regione. Purtroppo finora, sono d’accordo con il sindaco Bianco, lo Statuto speciale è stato un vero castigo per la Sicilia».
Nelle sue conclusioni, il presidente della Sac, Salvatore Bonura, ha evidenziato come «in sé, i partecipanti a questo momento di riflessione rappresentino in qualche modo un elemento di novità nel dibattito siciliano. È infatti una acquisizione recente il pensare a cultura, turismo, economia e alla società che ci circonda come a un enorme sistema complesso composto da tutti questi elementi insieme tra loro necessariamente interdipendenti. Un poeta, Franco Fortini, scrisse che non è nei singoli guizzi di genio, nei singoli epigrammi che va a realizzarsi la poesia, ma che occorre chiarezza, occorre un piano. Allo stesso modo la cultura non può ridursi a un singolo evento contingente legato a uno sponsor o a un finanziamento pubblico. Considero importante che a questo tavolo siano rappresentati i mondi di cultura, economia e politica, per tracciare un percorso di intersezioni fra settori sino a ora del tutto interdipendenti e scollegati».
«Questo sforzo è particolarmente significativo anche perché va in direzione di quanto chiestoci dall’Europa, che sollecita una collaborazione e una cooperazione virtuose tra singole realtà, per creare un nuovo organismo sociale ed economico, con nuove e più ambiziose capacità economiche e quindi sociali. E per fare questo è opportuno un vero gioco di squadra. Che, per quanto ci riguarda come Sac, metta al centro il passeggero e soddisfi in primo luogo le sue esigenze».